Intervento psicologico rivolto ad atleti

intervento psicologico rivolto ad atleti

Dott. Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

 

L’intervento, teso all’incremento della performance sportiva, è mirato a permettere agli atleti di prepararsi per le proprie prestazioni sportive non tralasciando l’aspetto mentale ritenuto elemento fondamentale al pari dell’allenamento fisico.

 

Obiettivi e attività:

  • Incremento dell’autoefficacia dell’atleta

L’autoefficacia è definita come l’insieme di convinzioni che le persone possiedono riguardo alle proprie capacità di organizzare ed eseguire azioni necessarie al raggiungimento dei propri scopi.

La persona che avrà sviluppato un forte senso d’autoefficacia sceglie obiettivi più elevati, è più motivata, usa le proprie capacità con maggiore efficienza, è meno ansiosa, gestisce meglio i fallimenti, è più tenace e ottiene risultati più soddisfacenti di chi invece ha una percezione negativa delle proprie possibilità.

E’scientificamente dimostrato che i soggetti in possesso di un elevato livello di autoefficacia hanno una maggiore motivazione e riescono meglio nelle attività competitive, producendo performance più elevate.

Al fine di raggiungere l’obiettivo, l’intervento, potrebbe focalizzarsi sulle fonti delle convinzioni di efficacia:

Le esperienze di gestione efficace, cioè quelle in cui una persona affronta effettivamente con successo una determinata situazione, costituiscono la via più proficua per acquisire un forte senso di efficacia.

La seconda delle principali vie per la creazione e il rafforzamento delle convinzioni di efficacia è costituita dall’esperienza vicaria fornita dall’osservazione di modelli, vedere persone simili a sé che raggiungono i propri obiettivi attraverso l’impegno e l’azione personale incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe.

La persuasione è il terzo  mezzo capace di consolidare la convinzione delle persone di essere in possesso di ciò che occorre loro per riuscire. Le persone che sono state convinte verbalmente di essere in possesso delle capacità necessarie per compiere efficacemente determinate attività hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato. Chi è abile nel migliorare il senso di efficacia non si limita a comunicare valutazioni positive, ma fa in modo che gli atleti non si cimentino prematuramente in situazioni che hanno buone probabilità di condurre a frequenti insuccessi; incoraggia, inoltre, a misurare i propri risultati in temini di miglioramento personale piuttosto che di confronto competitivo con gli altri.

NAVRATILOVA a KVITOVA: “Se davvero lo vorrai, potrai diventare qualcuno”, KVITOVA vince il torneo di Wimbledon il 2 luglio 2011.

Nel valutare le proprie capacità le persone si basano in parte anche sugli stati emotivi e fisiologici. Spesso, le reazioni di stress e la tensione vengono interpretati come segnali che fanno presagire cattive prestazioni. La quarta strategia capace di modificare le convinzioni di efficacia consiste dunque nel migliorare le condizioni fisiche, nel ridurre la propensione allo stress e a emozioni negative e nel correggere le interpretazioni scorrette delle condizioni corporee. Non è tanto la semplice intensità delle reazioni emotive e fisiche a essere importante, quanto piuttosto il modo in cui esse vengono percepite e interpretate. Per esempio, le persone dotate di un buon senso di efficacia considerano probabilmente il proprio stato di attivazione emotiva come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelle sfiduciate vivono la stessa attivazione come debilitante.

 

  • Gestione psicologica degli infortuni

L’infortunio rappresenta un evento destabilizzante l’equilibrio psicologico dello sportivo; un cattivo adattamento all’infortunio può comportare la comparsa di sensazioni di rabbia e impotenza, sbalzi di umore, sensi di colpa, pensieri depressivi, con la conseguente compromissione delle relazioni famigliari, interpersonali, dell’andamento scolastico o lavorativo. In questo caso l’intervento sarà rivolto ad aiutare l’atleta infortunato:

–       a ridefinire le priorità che si era prefissato prima dell’incidente;

–       ad allargare i suoi interessi anche ad ambiti non sportivi, continuando, contestualmente a mantenere i contatti con il suo mondo sportivo, l’allenatore e la squadra;

–       ad accettare le emozioni negative legate all’infortunio, in attesa di riprendersi la sua identità di sportivo;

–       a sentirsi soggetto attivo nel processo di riabilitazione;

–       a ripetere mentalmente il gesto motorio dato che l’imagery consentirebbe di rimanere tecnicamente e muscolarmente allenati anche in stato fisico di effettivo riposo;

 

  • Prestazione Ottimale con L’Eye Movement  Desensitization and Reprocessing (EMDR)

L’EMDR è un approccio psicoterapeutico che si focalizza sulla risoluzione delle problematiche, conflitti, disagi attuali considerando che ciò che accade ora deriva dalle informazioni, ricordi del passato, antichi che sono stati congelati nella memoria, quindi la focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo dell’esperienza traumatica per elaborarla a livello emotivo, cognitivo e a livello delle sensazioni corporee.

L’EMDR agisce sulle difficoltà del presente andando all’origine, nel passato ed operando nel futuro, l’obiettivo dell’EMDR è di riprendere l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere al paziente di rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi adattiva nel presente.

Il modello di riferimento, nonché la spiegazione della rapidità con la quale si raggiungono risultati clinici, è conosciuto come Elaborazione Adattiva dell’Informazione. Si assiste ad una risoluzione adattiva quando avvengono collegamenti con associazioni adeguate e l’esperienza è usata in modo costruttivo da parte del soggetto e viene integrata in uno schema emotivo e cognitivo positivo.[1]

Attraverso il lavoro con l’EMDR, i ricordi, le informazioni, le immagini vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate stimolazioni bilaterali che possono essere visive, uditive o tattili (tapping) con lo scopo, a seconda della fase, di agevolare l’elaborazionie dell’informazione o facilitare l’instaurarsi di una cognizione positiva per poi passare a valutare le sensazoini corpore prima di passare ad un lavoro sul futuro, su come il paziente vorrebbe affrontare le prossime situazioni considerate difficili invitando la persona ad immaginare vividamente come potrebbe sperimentarsi nel futuro prossimo adesso che le sue convinzioni, le sue credenze sono cambiate e suggerire di notare cosa potrebbe esserci adesso di diverso in quelle situazioni.

L’EMDR può essere usato con professionisti per affrontare un impegno imminente, in questo caso è indispensabile, innanzitutto, aiutare la persona a sviluppare una fiducia in se stesso e a questo scopo il terapeuta può aiutare la persona a valutare quello che già sa fare ai fini di quella Prestazione Ottimale e, in questo caso, non lavora su eventi passati ma rimane focalizzato sulla prestazione imminente.

A tal fine è opportuno invitare la persona a mettere da parte qualsiasi cosa che vada al di fuori del compito attuale, comprese le distrazioni interne, quali dubbi su se stessi o preoccupazioni spiegando che si lavorerà sui temi del passato quando si avrà più tempo, ora è opportuno focalizzarsi sull’evento imminente, quindi concentrarsi sulla prestazione imminente e rinforzare quello che sa già fare.

L’auspicabile intervento può essere utilizzato per aiutare la persona a:

– sviluppare risorse interne allo scopo di aiutare a stabilire un senso di efficacia e di possibilità per il Futuro: aiutare la persona a concentrarsi sulle sensazioni positive legate a ogni risorsa e a localizzare la sensazione corporea positiva;

creare un suo Consigliere Interiore o un “Allenatore Interiore”: far immaginare una persona vera o immaginaria che possa costituire una risorsa interiore, la sua voce mentre dà suggerimenti o ricorda i punti di forza, le sue qualità positive;

creare una “Squadra Interiore” di aiutanti o di sostenitori, ognuno in grado di apportare un’influenza positiva;

sviluppare un piano per un’azione futura efficace: far descrivere la situazione impegnativa da superare, far esprimere le sue qualità che servono per gestire la situazione, far immaginare cos’altro ancora gli serve per gestire, affrontare la situazione e far elaborare un piano dove stabilisca come acquisire tali nuove capacità.

Fare in modo che la persona immagini l’intera prestazione dall’inizio alla fine facendo attenzione a sentire l’intero corpo, le sensazioni muscolari mentre fa questo, muovendosi all’interno dell’esperienza il più vividamente possibile e se c’è qualche distrazione suggerirgli che la può mettere in un contenitore e riprenderla in un secondo momento.

 

Attenzione: si precisa che l’approccio EMDR non si improvvisa ma bisogna apprenderlo attraverso dei corsi appositi che permettono di non incorrere in gravi errori ai danni delle persone che si fidano della professionalità del terapeuta.

 

Dott. Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Via Veio 52/B Roma c/o Psico&Art

380-4337230 – 21163@tiscali.it

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[1] Shapiro, F., (1995a). Eye Movement Desensitization and Reprocessing: Basic Principles, Protocols and Procedures. New York: Guilford Press.

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